L' articolo sottostante è una traduzione di un estratto dal magazine : Logo_triangle_d_or
Abbiamo selezionato questo testo per la perfezione delle descrizioni e delle spiegazioni dettagliate.

Poter descrivere il fenomeno di una perla è un compito delicato. Per l’estetica semplicità della sua perfezione, per il suo mistero, per il suo fascino sensuale e seducente, la perla è semplicemente indescrivibile. “Il Libro della Perla”, opera di riferimento scritta nel 1908 da George Kunz, spiega che le perle furono certamente le prime gemme conosciute dagli uomini preistorici.

perle di Tahiti
Le descrizioni della loro natura vennero più tardi. Secondo la mitologia Persiana le perle sono le lacrime degli dei. Nella poesia della Cina antica è il chiaro di luna che ha il potere di fare crescere le perle. I Greci pensavano che le perle nascessero dalla rugiada che la luna deposita nella carne offerta dalle ostriche galleggianti grandi e aperte nella notte sulla superficie delle acque.
I Romani attribuirono le perle a Venere, secondo la teoria dei miti orientali che attribuiscono un senso di inseminazione divina, sotto forma di rugiada celeste: Gocce di rugiada cadute dal cielo durante le notti di luna piena, la perla, dice una leggenda araba, prende dal mare profondo un po' della luce meravigliosa dell’astro che conta il nostro tempo.
È il mondo femminile per eccellenza : dolcezza e discrezione, grazia e pudore. Delicata, lei non sfavilla, lei irradia. Se la leggenda vuole ch'essa sia vivente, il suo potere è la beltà dell’eternità.
Se le perle sono indescrivibili, nulla ha mai impedito all’uomo di desiderarle. Dalla notte dei tempi, esse sono considerate come uno dei tesori più preziosi e più desiderabili dell’umanità.
Le si sono viste al collo di governatori, di tiranni spietati, annidate nei decolté delle regine e più tardi delle dee della moda. Esse occupano dall'antichità un posto d'onore sulle corone, sugli anelli, nelle collane, negli orecchini, sulle cinture e sulle spille.
Venere
Ostrica con perla

L'origine di una perla

Il termine "perla" deriva dal latino "permula", il nome con cui si indicava la conchiglia che la contiene e la cui forma ricorda la "coscia del maiale".

La perla è il risultato della reazione dell'organismo di una conchiglia o di un'ostrica che segue all'introduzione accidentale di un corpo estraneo all'interno della sua carne. La perla naturale o perla fine è frutto dell'inserimento del tutto accidentale di un grano di sabbia, una larva di verme, una polvere di corallo all'interno della conchiglia che per reazione secerne madreperla per sconfiggere il corpo "cladestino". Nel mondo la dura condizione dei palombari fu sovente quella tra i popoli costieri che per migliaia di anni hanno praticato la pesca delle perle nei banchi perliferi dalle calde acque dell'Oceano Indiano fino a quelle del Pacifico.
I banchi perliferi più antichi conosciuti si trovavano nel golfo Persico, lungo le coste dell'Iran, dell’Arabia Saudita, del Kuwait e del Qatar, nel Golfo di Mannar nell'Oceano Indiano, lungo la Costa di Madras e nei pressi di Bombay in India, a Ceylon, e nel Mar Rosso.
Processo di nucleazione
LE PERLE DI COLTURA
La perla di coltura è il risultato dello stesso fenomeno di formazione naturale che viene provocato dall'uomo mediante innesto di un corpo estraneo nel corpo del mollusco; furono i cinesi i primi ad introdurre nel mantello di un'ostrica una statuina di piombo raffigurante un Buddah, attorno alla quale si veniva a depositare la madreperla. Molto presto i giapponesi si interessarono alla tecnica dell'innesto. In Europa, uno svedese e un francese diressero degli esperimenti che non hanno avuto seguito.
L’invenzione vera del processo di coltivazione va attribuito incontestabilmente a tre giapponesi che scoprirono nel 1904, in maniera indipendente senza che si conoscessero, e quasi simultaneamente il segreto dell'innesto: un biologo della marina giapponese, TOKISHI NISHIKAWA, un carpentiere TATSUHEI MISE e KOKICHI MIKIMOTO figlio del proprietario di un ristorante di taglietelle.
Fu stabilito secondo un rapporto emesso il 31/10/1949 da una commissione che i primi due ricercatori erano riconosciuti come i soli inventori della coltura di perle rotonde. Malgrado non possa più esprimersi, MIKIMOTO, come inventore o creatore, bisogna sicuramente rendergli omaggio. In lui dimora il pioniere, il promotore e il visionario determinato che, per grazie ad una pubblicità mirata e una vigorosa organizzazione di mercato è riuscito a sviluppare un' industria che ha finito per abbigliare e adornare milioni di donne in tutto il mondo.
Kokichi Mikimoto (1858 -1954)
Kokichi Mikimoto
(1858 -1954)